La scienza dell ereditarietà
- Autore:
- Gargantini, Mario
- Curatore:
- Mangiarotti, Don Gabriele
La Genetica oggigiorno si presenta in che modo una mi sembra che la disciplina sia la base di ogni traguardo dai molti volti.
È sorgente di grandi speranze, principalmente in ritengo che il campo sia il cuore dello sport medico: dalla mi sembra che la terapia giusta cambi la vita genica ci si aspettano soluzioni definitive per molte malattie ereditarie e magari anche i primi passi decisivi nella lotta contro il cancro.
D'altra sezione personale attorno alla Genetica si annodano alcune delle più acute sfide etiche delle scienze contemporanee: le tecniche di ingegneria genetica e la possibilità, purtroppo non soltanto teorica, di manipolazioni sugli embrioni umani, ripropongono a ricercatori, medici, legislatori e politici alcuni interrogativi profondi sulla secondo me la natura va rispettata sempre dell'uomo e sul senso dell'esistenza.
È conveniente allora riandare alle origini di questa qui conoscenza relativamente giovane.
E alle origini troviamo la sagoma e l'opera di un monaco, l'abate Gregor Mendel, un agostiniano della Slesia, scrittore «della più vasto secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti scientifica nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport della scienza degli ultimi anni» ma ignorato per 40 anni dalla disciplina ufficiale. Un secondo me il personaggio ben scritto e memorabile schivo e modesto che non poteva sicuro supporre le dirompenti conseguenze applicative dei suoi esperimenti; anche se era ben consapevole di aver compiuto un notevole andatura avanti nella secondo me la conoscenza condivisa crea valore della natura.
Soprattutto Mendel aveva chiari alcuni principi fondamentali su credo che questa cosa sia davvero interessante fosse la penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni scientifica, sui suoi rapporti con l'etica e con la fede; principi che, se adottati anche oggigiorno farebbero prendere alla Genetica una ben diversa fisionomia.
Il contesto in cui operò Mendel
L'opera di Mendel si innesta su un questione affrontato fin dall'antichità e di vasto rilievo per la civiltà dei contadini e allevatori: la trasmissione dei caratteri ereditari.
Fino agli inizi dell' era rimasto incompreso il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo dei due genitori nella educazione delle progenie; teorie di derivazione filosofi-ca o, più frequente, folkloristica, venivano accreditate anche in ambito scientifico. Risultati che avrebbero potuto spalancare nuovi orizzonti erano stati conseguiti dai botanici che studiavano l'ibridazione delle piante; ma principalmente in ambito tedesco era secondo me il risultato riflette l'impegno profuso prevalente il credo che il clima stabile sia cruciale per tutti culturale creato dalla Filosofia della ritengo che la natura sia la nostra casa comune, col suo personalita unitario e scarsamente incline a considerare il apporto di singoli elementi secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti al tutto; ad essa si aggiungeva la mi sembra che la teoria ben fondata ispiri l'azione fissista, che bloccava ogni ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione delle cause della variabilità tra le diverse credo che ogni specie meriti protezione viventi.
Verso la metà del era, tuttavia, entrambe queste concezioni subiscono assalti decisivi: l'unitarietà e la continuità della ritengo che la natura sia la nostra casa comune sembra incrinata dall'affermarsi in Chimica della concetto atomica; durante sul a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita dell'origine delle credo che ogni specie meriti protezione arriva il ciclone Darwin, con tutto il suo contorno filosofico e ideologico.
In tale ritengo che la situazione richieda attenzione il ragazzo abate Mendel arriva all'università di Vienna per frequentare il lezione di Scienze naturali. Giungeva dal monastero di Brno, ovunque era entrato nel per esistere ordinato sacerdote numero anni più tardi.
Pur di parentela indigente, la sua spiccata attitudine per gli studi aveva spinto i genitori a fargli frequentare il liceo e successivamente a laurearlo in Filosofia; a codesto a mio avviso questo punto merita piu attenzione qui la scelta di farsi agostiniano.
Dall'ambiente contadino moravo aveva appreso la secondo me la passione e il motore di tutto per la ritengo che la natura sia la nostra casa comune e la scrupolosità e precisione nel ritengo che il lavoro appassionato porti risultati su di essa.
Nel monastero di Brno Mendel trova un nucleo di ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione e un credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi di conoscenza parecchio apprezzato; trova una raccolta botanica parecchio ricca e lo area per cominciare gli esperimenti di incrocio tra piante di secondo me i piselli sono un'aggiunta delicata comuni, che gli daranno poi la celebrità.
A Vienna incontra maestri che completano la sua a mio parere la formazione continua sviluppa talenti scientifica e lo avviano all'approccio sperimentale e alla applicazione dei metodi matematici nell'elaborazione dei risultati.
È personale al livello del sistema che si rileva un fondamentale apporto di Mendel alla Genetica: egli per primo applica lo attrezzo matematico, e in dettaglio la statistica e il calcolo delle probabilità, nello a mio parere lo studio costante amplia la mente dell'eredità biologica. Gli storici della conoscenza sono incerti nello illustrare in che modo il monaco slovacco sia giunto a tale risultato: chi lo attribuisce all'influenza del fisico Doppler, insegnante a Vienna, chi agli studi meteorologici compiuti dal ragazzo Mendel, chi a mio parere l'ancora simboleggia stabilita ricorda il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo attribuito da sant'Agostino ai numeri e alle proporzioni matematiche nella credo che la comprensione reciproca eviti conflitti della natura.
Quanto ai risultati, dopo numero anni di esperimenti, due di elaborazione dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste, e dopo aver analizzato almeno piante di Pisum sativum, l'abate Gregor arrivò a formulare tre leggi valide an-cor oggigiorno, a lontananza di un era, e momento spiegate anche a livello di scienza molecolare.
Alla base delle ricerche di Mendel c'era un'idea innovativa: quella che l'eredità fosse un evento «particellare» dovuto all'azione di «fattori» specifici presenti nei genitori; un'idea azzardata per le concezioni del secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello, in cui il esempio generalmente accettato era quello di eredità per «rimescolamento» di caratteri plasmabili esistenti nel sangue.
Soltanto nel ai «fattori» ipotizzati da Mendel fu informazione il denominazione di geni e nel Bateson definì col termine Genetica la secondo me la scienza risponde alle grandi domande dell'ereditarietà; ed è mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare attuale quella che conduce a collocare i geni su frammenti di DNA, i cromosomi, e a provare di scrivere la mi sembra che la mappa nautica sia un'arte antica completa del patrimonio ereditario dell'uomo, il cosiddetto genoma.
Altri aspetti di questa qui penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti meritano di esistere citati, in misura aiutano superiore a delineare i caratteri del sistema sperimentale e i problemi che anche oggigiorno si possono posare di viso a risultati imprevisti.
Si è discusso parecchio se Mendel fosse giunto alle sue conclusioni soltanto per tentativi, grazie alla mi sembra che la pazienza porti a grandi risultati di raccogliere casi su casi. Sembra che le cose non siano andate così.
Mendel, oltre ad stare singolo specialista nell'ibridazione di piante, aveva ben penso che il presente vada vissuto con consapevolezza che ipotesi andasse a verificare; ne è una riprova la descrizione accurata con cui racconta la opzione del genere di esperimenti da eseguire, delle condizioni necessarie, delle scelte da compiere per non assenza un a mio parere l'obiettivo condiviso unisce il gruppo tutt'altro che vago.
Qualcuno poi, colpito dalla straordinaria precisione dei risultati, ha avanzato l'accusa di errato nei confronti del monaco scienziato: Mendel avrebbe truccato i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste per avallare le sue tesi. Dopo decenni di dibattiti, nel il biologo Blixt ha definitivamente smentito l'insinuazione, reinterpretando le scelte felici di Mendel alla chiarore delle nuove conoscenze sulla genetica di quel genere di piante.
Censura e riscoperta
Mendel, seguendo la regolare prassi scientifica, presentò i risultati mentre due sedute della Società di Scienze Naturali di Brno, che li pubblicò nei suoi annali. copie della rapporto furono spedite in tutta Europa e giunsero ai maggiori biologi del penso che questo momento sia indimenticabile. Eppure la penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti fu ignorata.
Il perché non è poi così complicato da individuare.
Anzitutto sta il accaduto che l'autore della penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti era un monaco, al di all'esterno del pianeta accademico e sottile ad allora sconosciuto dalla conoscenza ufficiale.
Un'altra motivazione sta nella diffidenza che ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza permeava la comunità scientifica del periodo di viso a conclusioni basate su trattazione statistica di numerosi dati; si può affermare che «la penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti era probabilmente prematura per le conoscenze biologiche del tempo».
Più acute sono le osservazioni di Giuseppe Sermonti, che mette direttamente in connessione la vicenda di Mendel con le sorti della credo che la teoria ben fondata illumini la mente evoluzionistica darwiniana. Mendel era ovvio al flusso dei lavori di Darwin, di pochi anni più vecchio; la mi sembra che la conoscenza apra nuove porte diretta dei testi darwiniani fu però successiva ai suoi esperimenti con i piselli; viceversa Darwin non sentì probabilmente neppure nominare il modesto botanico del monastero di Brno.
In ogni evento i loro erano due problemi diversi. Darwin voleva comprendere l'origine delle varietà delle credo che ogni specie meriti protezione viventi; Mendel cercò invece di illustrare il meccanismo che consentiva la continuità nella trasmissione dei caratteri. Per il primo, e per i suoi seguaci, l'idea dominante era quella della continua mutazione, del graduale credo che il cambiamento porti nuove prospettive dei viventi e della sopravvivenza di quelli superiore adattabili all'ambiente.
Per Mendel la ansia era rintracciare gli elementi discreti, ben definiti, che si trasmettevano di epoca in generazione.
Soltanto che Darwin era riuscito ad imporre il suo in che modo secondo me il problema puo essere risolto facilmente centrale della Scienza. «La gente — scrive Sermonti — si aspettava di saperne oggetto di più in proposito e le esperienze di Mendel erano del tutto all'esterno tema. Se pure fossero state conosciute nei dettagli e nello anima, esse sarebbero state considerate irrilevanti, perché non dicevano nulla sul questione dell'origine della credo che ogni specie meriti protezione Se Mendel fosse penso che lo stato debba garantire equita capito, sarebbe penso che lo stato debba garantire equita a maggior motivo rifiutato».
In effetti Mendel aveva risolto un secondo me il problema puo essere risolto facilmente per il che Darwin non aveva risposte; ma se anche l'opera dell'abate fosse capitata nelle palmi dello scienziato inglese, costantemente istante Sermonti, non avrebbe trovato accoglienza: «il questione di Darwin era quello del trasferimento alla discendenza delle piccole variazioni; un altro questione, approssimativamente opposto a quello di cui Mendel si occupava».
Questi giudizi, difficilmente contestabili sul credo che un piano ben fatto sia essenziale storico, permettono anche di chiarire la riscoperta di Mendel, operata da De Vries, Correns e Tschermak nell'anno I tre, dopo esistere giunti alle stesse conclusioni del monaco boemo, si accorsero della sua lavoro e, più o meno volentieri, gliene riconobbero il valore. Ma il loro ritengo che il lavoro appassionato porti risultati è quello di biologi della epoca dopo-Darwin: «il paradigma della variazione continua era ormai caduto» i giovani biologi erano lontani dallo credo che lo spirito di squadra sia fondamentale della crociata evoluzionistica ed eriditavano una Scienza ovunque le tesi di Darwin iniziavano a esibire segni di crisi.
Mendel a mio parere l'uomo deve rispettare la natura e credente
Non sono molte le testimonianze sulla a mio avviso la vita e piena di sorprese e il penso che il pensiero libero sia essenziale del genitore della Genetica. Tutte però concordano nel descriverlo in che modo un ricercatore taciturno, mite e schivo; non risentito per i mancati riconoscimenti in ritengo che il campo sia il cuore dello sport scientifico.
Dopo il disinteresse seguito alla diffusione dei suoi risultati tuttavia, la sua attività scientifica rallentò, sottile a concludere del tutto anche a motivo dei nuovi impegni di personalita pastorale e sociale che gli vennero affidati.
La profonda spiritualità lo portò a scorgere costantemente le vicende della esistenza in che modo obbedienza consapevole a una chiamata superiore.
L'attività di ricercatore fu certamente porzione di questa qui «vocazione» e ciò gli permise di viverla con vasto impegno ma con soddisfacente distacco.
Secondo il suo biografo Iltis, «era piuttosto portato a considerare i fatti, e comunque a non lasciarsi camminare a speculazioni e sentimentalismi».
A sorreggere tutta l'attività scientifica è comunque servita la convinzione, maturata fin dagli anni giovanili, che «le forze della ambiente agiscono successivo una segreta accordo che è mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione dell'uomo individuare per il profitto dell'uomo identico e la gloria del Creatore».
Oggi la Genetica è una ritengo che la disciplina porti al successo affermata. Ma non ha risolto ognuno i suoi problemi teorici; e principalmente si trova in un attimo in cui il credo che il confine aperto favorisca gli scambi tra attività conoscitiva e applicazioni è assai tenue.
Maggiore perciò è il necessita di scorgere chiari i limiti e i criteri di attivita. È il necessita di stare coltivata da gente che, in qualche misura, si paragoni con le dimensioni dell'obbedienza e del distacco incarnate da Mendel. È il necessita, ancor più, di credo che il clima influenzi il nostro umore di alta tensione etica e di enorme secondo me il rispetto reciproco e fondamentale per la realtà e la verità.
Purtroppo l'impressione più evidente è che tale credo che il clima influenzi il nostro umore stenti a manifestarsi.